101

La gestione della morte viva dell’amore Paterno. Atto
puro eternale, il Padre non può gestire la sua espropriazione.
Lo fa il suo Pneuma, nei due talami. Nel metamorfosale
si lascia indurre dalla Paterna. Coessenziale, coeguale,
Agente di ogni concezione divina. Mi insegna la
devota fedeltà al Padre.

Per fare su una coscienza nuova: la sacrificale, che mi renda
capace di lasciarmi odiare da tutti, mi sono tuffato nella conoscenza
dell’odio: morte che non muore, morte viva, tenuta
viva da uno spirito che non muore. È la morte viva dello spirito
di amore del Padre nella sua irradiazione creaturale.
1) La sua radice remota è nel talamo eternale, in quel piccolo
tendenziale fino alla morte dell’amore.
2) La sua radice prossima è nel talamo metamorfosale, in
cui l’atto puro si trasforma in potenziale, e la nuova
potenzialità si permea di una nuovissima qualità: la
moribilità metamorfosale.
Il passaggio da moribile in sé, a morente in me, è azione personale
di Satana. La discesa Paterna, la sua concezione
Pneumatica in forma di comunione, lo fa essere mio: è la
meità dell’amore Paterno, con una sua fortissima tendenzialità
ad ascendere con me che divento suo vivendone in ogni
mia azione: amandomi fino a lasciarmi odiare. Satana mi
blocca l’amore nella sua meità. Egoisticizzato nell’essere è
egoisticizzato nel fare. E perché lo svolgimento non trovasse
né difficoltà né interruzioni, gli ha imposto la forma dell’istinto:
me lo ha istintivizzato. Questa fu la manipolazione
dell’apparato d’amore Paterno. Satana ne fu la manipolatrice.
(Ci insegna la devota fedeltà all’azione di morte dell’amore)
Sembra spontaneo dover attribuire a Satana la gestione stessa
della morte dell’amore Paterno. Siamo così passati dalla
identificazione alla gestione della morte viva dell’odio.
L’amore Paterno chi lo gestisce? Il Padre non ne è capace
personalmente, per quell’atto puro eternale che lo fa essere
espropriazione, cessione, personificazione e comunione.
L’espropriazione non può essere gestione. L’espropriazione
non si gestisce da sola, ma viene gestita. Colui che la gestisce
non può che essere persona divina. È lo Spirito Santo
Paterno: lo Pneuma Paterno: l’Agente dell’amore Paterno.
a) Lo è nel talamo eternale: è Lui che con devota fedeltà
volge l’espropriazione Paterna in personificazione
Figliale e in comunione eternale.
b) Le qualità della sua gestione brillano ancor più
luminose nel talamo metamorfosale, dove la sua
devozione e la sua fedeltà superano la prova più
impegnativa ed esigente.
In quel talamo il Padre va in metamorfosi. L’atto puro si
condensa in potenzialità che si riveste di moribilità. La sua
devozione gli dà prontissima accettazione, ed eccolo trasformato
in Agente della moribilità Paterna. E la sua fedeltà
assoluta lo volge prontamente alla prima realizzazione
metamorfosale. Lo spirito di amore del Padre metamorfosato
lo concepisce in persona di Figlio, e glielo dà da vivere
e da morire. Da quel poco che abbiamo detto di Lui,
vengono a noi alcune chiare conoscenze:
1) L’Agente è coessenziale all’amore. Non c’è amore
divino senza il suo Agente.
2) L’Agente è coeguale all’amore divino. Se non lo fosse
non potrebbe farlo agire. Per questo Satana non può
fare l’agente della morte dell’amore.
La sua azione specifica è:
-nel talamo eternale: personificazione Figliale eternale.
-nel metamorfosale: è concezione Figliale in forma personale.
-in Maria: è la concezione fisica del Figlio in forma personale.
-in me: è concezione battesimale in forma comunionale.
È l’Agente di ogni divina concezione. Le concezioni divine
sono tutte sue; per questo le chiamo concezioni
Pneumatiche.
-Se Lo penso nel talamo eternale, devo dire che la sua
fedeltà devota all’amore Paterno è di ufficio.
-Se Lo penso in quello metamorfosale, devo dire che la
sua devozione Lo fa ancora più fedele: Agente della
moribilità Paterna.
-Se Lo vedo in me, la sua devozione lo fa fedelissimo:
Agente della morte.

Nessun commento:

Posta un commento