Mattatore di male me aggredente. È l’odio comune che mi
assale e mi abbatte. C’è per tutti, ed è dovuto all’amoreper me stesso. Prendo chi mi piace e scarto chi non mi
piace. Mi annienta. Lo sento sempre immeritato perché
vedo il male che parte da me. Mi fa mattatore intelligente.
Morte mattatrice che blocca la metamorfosi mia.
L’amore per me ricava un gran piacere dal mio bene.
Quanto più il mio bene è appariscente e gloriante, tantopiù è il piacere che me ne viene. L’inganno di quel piacere
può emergere davanti al male corrente nei miei fratelli.
Allora io mi trovo un fustigatore in continuazione perché
il piacere del bene che mi vuole emergente sugli altri mi
induce a diventare un acutissimo veggente del male cor-
rente, e contemporaneamente a diventare un opaco cecuriente
su di me. Veggenza che mi fa trovatore della
pagliuzza altrui; la cecità mi fa cieco servitore della mia
travatura (trave). Lo Pneuma mi ha letteralmente cambiato
e girato. Ora la mia veggenza è tutta su di me, su quel
mio che lo Pneuma mi ha integralmente specchiato. Per
questo mi vedo, mi dico e mi descrivo e mi presento in travatura
e pagliuzza sottilissima.
Con questo mi ha fatto capace di offrire dal di fuori la veggenza
ai miei fratelli, che in questo preciso momento non
la gradiscono, non la accettano e la rigettano malamente.
La veggenza Pneumatica è il più grande bene preparato
per la Chiesa del domani, che sarà visuata.
Non sono più vendicatore di bene repellente (il visuato) e
ancora meno fustigatore di male corrente. Vi vedo l’amore
Paterno che va alla morte, e l’accetto con grande pietà.
La fustigazione di male corrente farebbe male a Dio, ai
fratelli, e farebbe male anche a me stesso.
Mi farebbe ridiventare un oculato veggente sugli altri, e un
opaco cecuriente su di me.
Abbiamo detto che dinnanzi al male corrente mi sono trovato
ad essere un fustigatore continuato; ma il male non
sempre è semplicemente corrente; talora si presenta aggredente.
Dico: ‘aggrediente’, non ingrediente per quanto
l’aggrediente è necessario; ingrediente per la mia metamorfosi.
Ma di questo ne riparleremo più avanti.
1) Che cos’è il male aggrediente: ‘è l’odio dei miei fratelli
puntato su di me’. È un odio comune, diverso da
quello specifico. Se mi odio per il mio bene visuato,
questo è un odio specifico. Se mi si odia in quanto persona,
questo è odio comune. Nessuno può sfuggire
all’odio comune dei fratelli: c’è per tutti. 2) Perché? L’uomo si ama, si prende chi piace a lui e odia
quelli che a lui non piacciono. Non lasciamoci ingannare
dall’amore compiacente. Per questo le facili amicizie
sono una magica trappola infernale.
3) Che fa? L’odio dei fratelli mi aggredisce, mi viene contro,
mi assale, mi salta addosso, mi sgretola, mi demolisce,
mi abbatte, mi distrugge, mi annienta. In una
parola, mi uccide piano piano fino ad annientarmi.
Come lo sento io il male aggrediente? Lo sento sempre non
meritato: immeritato. L’amore per me non mi lascia né cercare
né vedere i miei torti. Neanche il proverbio sa verificare:
Chi la fa, se l’aspetti. Il male io lo faccio, ma non me lo
aspetto mai. L’odio aggrediente non lo giustifico mai: ha
sempre tutti i torti. Per istinto non mi trovo più come un semplice
fustigatore, ma molto di più: mi trovo un mattatore dell’odio
che mi aggredisce. Se allo scoppio mi trovo un mattatore
per istinto, prestissimo mi trovo un mattatore intelligentissimo.
La mia intelligenza deve il suo sviluppo attuale non
tanto allo studio di tanti anni, ma a due concorrenti:
1) Il primo lo devo allo Pneuma che in questi anni mi ha
dotato di una psicologia Pneumatica che non temo a
dire gigantesca.
2) Il secondo lo devo all’odio aggrediente che ha sviluppato
in me l’intelligenza indagatrice e ideatrice di
metodi raffinati per aumentare i miei nemici. Posso
parlare di un’arte mattatrice che si è sviluppata in me.
Intelligentissimo mattatore dei miei nemici me aggredienti.
Adesso lo Pneuma me la va gradualmente demolendo,
e mi ha già fatto convintissimo che il male
aggrediente me è il dono più bello, più grande e commovente
che il Padre mi fa. Ho bloccato la metamorfosi;
ora me la vò sboccando.
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