97

Formazione della capacità a lasciarmi odiare. Occorrono
conoscenze varie, la prima delle quali è: l’odio.
L’odio c’è. Lo vedo in azione, ma ancor prima nel sentire.
Col visuato l’odio non è solo sentimento umano, ma uno
che mi supera. Chi è l’odio?

L’amore per me, quello diventato con me, è pronto a divorare
qualsiasi bene che io ottengo rinnegandomi il piacere dell’amarmi.
Lo posso salvare unicamente dandogli una nuova
finalità: amore non per essere amato, ma unicamente per
essere odiato. Ogni bene è relativo; l’assoluto è unicamente
l’essere odiato. Senonchè mi sono trovato addosso una terribile
e temibile capacità contraria. Sono capacissimo di non
lasciarmi odiare da nessuno. Questa capacità è agguerritissima.
L’ho in tre formati fra di loro sempre solidali: capacità
istintiva, razionale e coscienziale. Per neutralizzarla gli devo
mettere contro una capacità contraria pronta a immobilizzarla,
quella che c’è prima di questa, senza avere la pretesa di
metterla fuori uso, perché ha una capacità inesorabile di
rifarsi non appena gli concedo qualche spazio vitale. Ma la
capacità a lasciarmi odiare da tutti e in tutto in me non c’è
minimamente. E non è che possa nascere spontaneamente.
Deve essere fatta su coscientemente, pazientemente, ostina-
tamente, e da ultimo, Pneumaticamente. La persona da sola
è assolutamente incapace di darsi questa nuova capacità:
quella di lasciarsi odiare. Da qui in avanti ci sentiamo impegnati
in un’impresa veramente gigantesca: procurarci la
potenza divina dell’amore che ci renda capaci di lasciarci
odiare. Ci occorre un ventaglio di conoscenze, che ci potranno
convincere solamente al tocco Pneumatico.
* La prima conoscenza è riservata all’odio, del quale vogliamo
sapere innanzitutto la sua esistenza. C’è l’odio. Immaginiamo subito la risposta di molti: negli altri c’è, in
me non c’è. Per dire che c’è, occorre vederlo.
Da solo è introvabile; lo vedo unicamente in azione. Come
vi si mette? In essa non c’è come una cosa estranea, ma perfettamente integrata e armonizzata con la vita. Odio e azione
vanno in simbiosi: una vita a due. L’odio vive dell’azione
e l’azione vive dell’odio. Noi lo vediamo in azione; però
prima è in essere e dopo l’azione nel diventare. C’è nel fare
di tutti, ma i più non lo vedono; a non lasciarmelo vedere ci
pensa l’amore per me, che perfettamente cova l’odio.
Adesso lo vedo nell’agire: compare prima nel sentire. L’atto
del sentire che chiamiamo sentimento. Sentimento di odio: è
un sentimento umano, per il quale mi sento contro chi mi è
contro. Il sentimento non è immobile, ma è scattante come
una freccia, e scatta in azione contro per una difesa naturale.
L’amore per me vuole la mia difesa. La psicologia o scienza
che studia il comportamento umano alla sua fonte non può
dire che questo: l’odio è un sentimento umano che passa
all’azione contro, per difendersi da chi gli è contro. L’odio è
tutta una realtà umana, secondo questa visuale. Anche il
nostro discorso, si fermerebbe qui, se lo Pneuma non ci avesse
accordato una lettura nuova, nuovissima. Una lettura che
solamente ora lo Pneuma mette in circolazione nella Chiesa
di oggi, ma questa lettura è destinata alla Chiesa di domani.
Una lettura che fluisce dal visuato Pneumatico. Dal vedermi
quello che sono, mi è venuta questa lettura. Per questa lettura
sono passato dall’umano, al divino nell’umano. Dalla
domanda: che cos’è l’odio, sono passato a un’altra: chi è
l’odio? L’odio: Chi è?


Nessun commento:

Posta un commento