Bene genitoriale vendicatore. Il bene genitoriale: quello
accumulato sui figli. Mio lo si dice per quel bene.Occorre fissare i limiti di quel ‘mio’: all’incominciare,
alla formazione, alla difesa, all’educazione. È la comunione
che il Padre scioglie.
Da qui la vendetta dei genitori.
Col mio bene: appariscente, attraente, disponente, aderente,
appropriante, io punto decisamente alla mia glorificazione.Quando non la ottengo, anzi ottengo il contrario,
allora il mio bene egoisticizzato manifesta e fa esplodere
tutta la sua carica infernale. Mi faccio vendicatore del
bene che viene respinto: bene repellente: bene che respinge
invece di attrarre, sfruttando la mia posizione di sacerdote.
Si era convinti che Dio difendesse il suo consacrato,
e che non ci fosse da toccarlo per niente, se non si voleva
andare a finire male. Come pure si andava convinti che
Dio favoriva il suo consacrato; ogni sua invocazione di
castigo si pensava sicuramente efficace.
Ora la visione Paterna dentro di me mi ha fatto vedere il
mio inganno, e me lo ha completamente sciolto. È cosa
buona per me che il mio bene venga rifiutato.
Ringraziamo il Padre che ci manda i fratelli a lottare contro
il nostro bene fideato e visuato. Vendicatore di bene
repellente era il sacerdote di ieri, che offriva ai suoi fratelli
un bene divino che non era suo. Cosa non faranno i genitori
che possono vantare un bene totalmente loro?
Parliamo ora del bene genitoriale: quello cioè dei genitori.
È tutto quel bene che vanno ammassando sui figli.
Marcatamente lo chiamano: mio figlio, e tale lo sentono. Lo sentono proprietà personale, fino anche ad escludere
Dio quando non lo favorisce e non lo rispetta, secondo
loro. Riportiamo quel ‘mio’ alla sua grandezza naturale.
1) Quando il figlio incomincia, di tuo c’è solamente un
corpo animato, tanto potenziale da non poterlo neppure
vedere (embrione umano). Mentre lo Pneuma ci
mette uno spirito umano Spiritato. Il figlio non incomincia
soltanto da te, madre; mentre, incomincia col
Padre, e non lo lascerà mai più.
2) Per la formazione del Figlio, tu madre ti lasci prendere
l’occorrente, mentre le meraviglie del corpo umano le
va componendo mater natura, figlia di Dio.
3) Le difese esterne che offri al neonato sono ben poca
cosa, rispetto a quelle interiori fornite dalla natura.
4) Sono molti i sacrifici che compi per allevarlo e per educarlo
umanamente, civilmente, religiosamente, per dare
una istruzione, una professione; ma niente, in confronto
con quello che fa lo Pneuma (subisce la morte).
Quel bene per due terzi è suo; solamente per un terzo è
tuo, e questo quarto sei pronta ad egoisticizzarlo. Quel
figlio lo vuoi in comunione con te, perché lui ti dia un
grande piacere. Ai giorni nostri il Padre colpisce a morte
proprio quella comunione genitoriale col figlio. Non come
facciamo noi. Lui lo fa subendo nel figlio di oggi una
morte esagerata. Ed ecco il figlio disobbediente, intollerante
dei suoi genitori, ribelle, sprezzante, mattatore, crudele
e spietato. I genitori devono subirlo nella sua voglia
sfrenata di avere altrove il suo piacere. È allora che i genitori
non ci vedono più. Partono con le minacce invocate:
‘Il Signore ti castigherà, se tu tratti così i tuoi genitori!’.
Proseguono poi col pentimento amaro: ‘Quanto mai ti ho
messo al mondo!’.
Sospettando che Dio non li ascolti, allora augurano un giusto
vendicatore: ‘Qualcuno ti farà pagare quello che tu stai
facendo adesso a me!’. Dall’incerto si passa infine alla
certezza di una maledizione: ‘Sarai maledetto per sempre!’.
Il grande bene genitoriale si riduce così ad un
ammasso infernale. Finchè è comunione, tutto appare
buono; a quando volge in maledizione, appare chiara allora
la sua infernalità. Sacerdoti. Genitori. Vendicatori.
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