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Identificazione della morte dell’odio: chi è? Uno spirito
divino. Quale? Non lo Pneuma che è l’Agente, non il
Figlio che entra solo consciamente. Il Padre che in talamo
eternale è atto puro; in quello metamorfosale si potenzializza
assumendo una qualità nuova: la moribilità.
Moribilità metamorfosale.

Siamo impegnati a comporre una nuova coscienza: la
sacrificale, da mettere contro quella che ci si è formata
automaticamente: la defensionale.
Quest’ultima mi fa capace di non lasciarmi odiare da nessuno.
Mi occorre innanzitutto la conoscenza dell’odio in
potenza; che comporta la sua identificazione (chi è l’odio)
e la sua gestione. Per la psicologia l’odio è un sentimento
umano difensivo. Per la teologia visuata è ‘la’ morte, che
è molto diversa da ‘una’ morte.
Una morte: è fisica, è morte che muore. La morte: è morte
che non muore. Morte morta. Morte viva. Incognita: la
morte viva dell’odio chi la tiene viva?
a) Non il mio spirito, che odiando accresce la sua vita
intellettuale e volitiva.
b) Non Satana, la quale è una pura creatura angelica,
che non può darsi da vivere a un’altra creatura come
è l’umana.
Dobbiamo arrivare a uno spirito non creato: increato, dunque:
a uno spirito divino. Ma quale? Qui il visuato accoglie
devotamente il dettato del fideato. Per fede noi crediamo
l’unità nella Trinità. Un solo Dio in tre persone. Nella
Trinità infinita non c’è, né ci può essere scissione e divisione
di persone.
Ma nella Trinità finita c’è metamorfosi, che, tra le altre
cose, opera pure scissione e divisione, in vista della possibile
ricomposizione. La scissione è tra Padre e Figlio; questa
comporta la scissione tra Pneuma Paterno e Pneuma
Figliale. Per cui, siamo davanti a un trivio. La morte viva
dell’odio chi me la tiene viva?
1) Lo Pneuma no certamente, perché Lui è l’Agente dell’amore:
è Lui che fa agire l’amore Paterno e l’amore
Figliale.
2) Sarà forse il Figlio? Ma il Figlio entra nella persona
solo coscientemente. E di fatto mi è arrivato solo
coscientemente, e mi ha raggiunto solamente in seguito
al visuato Paterno.
3) Lo Pneuma ci ha fatto specchiati e ci siamo visti un
inferno programmati. Mi sono visto la morte dell’odio.
Morte viva. Morte dell’amore privato della sua vita.
Morte viva dell’amore divino.
Da quel visuato abbiamo raccolto la risposta che cercavamo:
l’odio chi è? È morte viva; e qual’è lo spirito che non
la lascia morire? È lo spirito del Padre che ha subito in me
la morte viva dell’amore. Non ho più cercato fuori di Dio
il principio del male, dal momento che mi si è fatto trovare
nella Trinità. Quella morte viva è frutto spontaneo della
Trinità, la cui grandezza sta nella sua inimmaginabile piccolezza.
Sintetizziamo, ora, per riprender questo aspetto
più in avanti. Satana chi è?
Nel talamo eternale trinitario il Padre è espropriazione,
cessione, personificazione, comunione in atto continuo.
Con tutto questo è il piccolo, e lo è tendenziale, perché là
non tocca il vertice della sua piccolezza: non vi può subire
infatti la morte.
Il piccolo tendenziale è il condensato della sua potenza.
Per quel ‘piccolo’ va in metamorfosi, e per la sua metamorfosi
si rende moribile. Ecco la causalità della morte
viva dell’odio: la sua moribilità metamorfosale, da condensato
nella sua piccolezza tendenziale: tutta la sua creatività
interna ed esterna, la sua metamorfosabilità e la sua
moribilità. Ecco dunque il Padre in partenza per la sua
discesa: espropriabile, cedibile, concepibile, vivibile,
moribile per ogni creatura simile a sé: l’angelica e l’umana.
Un raggio del suo spirito era pronto anche per me.
Io incomincio dal basso e dall’alto: dal basso con due:
mamma e papà (corpo animato); dall’alto con due: Padre
e Pneuma (spirito spiritato). Due concezioni: le genitoriale
e la Paternale. Eccolo, il Padre, sul ciglio della morte. In
che modo vi sprofonderà?

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