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L’odio in partenza: identificazione: chi è la morte viva
dell’odio? La psicologia mi pone una domanda: che cosa
è? Il visuato mi risponde a un’altra: Chi è? Vi è ‘la’ morte,
diversa da ‘una’ morte. ‘La’ morte è viva,‘una’ morte è
morta. Quale lo spirito divino che la tiene viva.

Per salvare il bene che faccio, devo dargli una finalità
nuova. Non più amare per essere amato, ma amare per
essere odiato. Solamente che mi sono trovato addosso una
capacità del tutto contraria: sono capace soltanto di non
lasciarmi odiare da nessuno. È condensata in una coscienza
che mi si è fatta su automaticamente. La chiamo
coscienza difensionale: per istinto mi difendo da ogni
nemico. Per neutralizzarla gliene devo mettere contro
un’altra: la capacità a lasciarmi odiare.
La devo condensare in una coscienza nuova che chiamo:
sacrificale: convinto di lasciarmi odiare, quindi di lasciarmi
sacrificare. Per farla su mi occorrono varie conoscenze
che colgono l’odio in partenza e in arrivo:
Dell’odio in partenza devo conoscere la sua identificazione
e la sua gestione. Abbiamo già preso a studiare la sua
identificazione. L’odio cos’è?
Ci siamo assicurati che c’è, non risparmiando di dire supinamente
ciechi quanti dicono che non c’è e che c’è negli
altri, ma non in loro. È visibile in azione, e con la quale
forma una perfetta simbiosi: azione di odio. Alla luce
Pneumatica lo si può vedere tanto nell’essere come nel
diventare della persona. L’odio scorre per questi pronti
passaggi: dall’essere, al fare, al diventare.
(Lo spirito divino è tripersonale: quale persona divina?)
Ma alla luce Pneumatica è visibile pure nel sentire. Non
appena mi tocca chi mi è contro, io mi sento subito tutto e
sempre contro di lui. I passaggi si accrescono così: dall’essere,
al sentire, al fare, al diventare.
Dal sentire lo si è chiamato sentimento umano, che risponde
alla domanda: l’odio cosa è? È un sentimento umano
che qualifichiamo cattivo quando parte dagli altri, buono
quando parte da noi. La psicologia che sto adoperando mi
dice l’umano nell’odio: quello che c’è di umano. Il visuato
mi ha detto molto di più: mi dice il divino che c’è nell’odio,
e la domanda me la cambia in quest’altra: l’odio
chi è? Affidata per accendere la voglia di cercare pensando.
Sappiamo che da soli non ci arriviamo, se lo Pneuma
non ci fa visuati, dopo di averci fatti specchiati. Eccoci
alla identificazione dell’odio.
Nell’odio vi si trova una sola cosa: la morte. Odio fa azione
di morte. Non ho detto ‘una’ morte, ma ‘la’ morte.
‘Una’ morte - e non parlo di quella fisica - conosce:
1) Tempi diversi: una oggi, una domani, una ieri, una quest’anno,
una l’anno scorso, una in un secolo, una in un
altro.
2) Modi diversi: uno muore fulminato, uno lentamente.
3) Causalità diverse: per necessità naturale o per salvare
uno in pericolo.
‘La’ morte dell’odio è:
1) Simultanea: in tutti gli uomini viventi in questo mondo.
2) Un solo modo: per egoisticizzazione dell’amore.
3) Una sola causalità: per una moribilità metamorfosale.
4) Una sola finalità: per far su una Chiesa infernale.
L’odio lo chiamo ‘la’ morte per una diversità sostanziale
con ‘una’ morte. ‘Una’ morte è moribile, e muore, finisce.
‘La’ morte è immoribile, non muore, non finisce.
Diversità che esprimo così: una morte è morte che muore;
la morte è morte che vive: ti uccide e non muore mai. Una
morte fa azione di morte una sola volta.
La morte fa azione di morte continuata. Una morte muore,
ma la morte non muore.
Una morte la fa morire il corpo animato. E ‘la’ morte chi
mai la fa vivere? La fa vivere uno spirito.
Ma quale? Forse il mio spirito umano? Ha una sua vita:
'intellit et vult’: intellettuale e volitiva.
Non se la toglie: neppure una morte fisica gliela toglie, ma
senza corpo animato rimane inattiva. Non me la tolgo io,
nessuno spirito umano me la toglie; né umano, né angelico;
Satana non me la toglie. Allora uno spirito increato, uno divino,
uno che mi tiene viva la morte dell’odio.

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