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Il silenzio orale motivato e alimentato dall’amore di odio.
Il silenzio orale me lo può fornire:
1) il pericolo da eliminare
2) mali peggiori da evitare
3) isolamento da conseguire
4) interesse personale da garantire.
Quel silenzio solo orale me lo fornisce solo l’amore di odio.

Per accogliere bene il mio nemico devo essere pronto a
lasciarmi odiare. La prontezza a lasciarmi odiare la ottengo
solamente col silenzio.
Col silenzio mentale: mettendo a tacere il sentire, l’agire e
il ragionamento contro. Questo a sua volta regola direttamente
il silenzio orale. Il silenzio orale assoluto in rapporto
agli altri: tacere del nemico.
Relativo in rapporto al nemico, tanto che ho il dovere della
correzione fraterna: allora devo parlare al mio nemico.
Ho detto: parlare al mio nemico; non devo mai parlare del
mio nemico. Ma di quel dovere faremo parola quando ci
accosteremo al modello Figliale.
A questo punto possiamo prevedere una coralità di voci
tutte quante volte ad affermare la grave difficoltà: ‘Una
volta si perdona, poi si bastona’.
Come si fa a tacere mentalmente e oralmente, quando il
nemico te ne fa di tutte, specialmente quando non si trova
il duro a reagire, ma il molle? La difficoltà è reale, perché
noi disponiamo solamente dell’amore di odio.
L’amore per me è odio per chi non piace a me.
E l’amore di odio sa solamente parlare, gridare, inveire,
minacciare, coprire di insulti il nemico che si fa avanti
minaccioso. L’amore di odio non tace mai. Il silenzio
mentale e orale è prodotto naturale di un amore che vive.
Io dispongo solamente di un amore di morte, manco completamente di un amore di vita che mi rende capace di
lasciarmi odiare.
a) Inutile domandarlo all’istinto: mi fornisce unicamente
amore di odio.
b) Neppure la mia ragione me lo fornisce. Essa è totalmente
succube dell’istintivo amore di odio.
Sembra tuttavia che la ragione mi fornisca validi motivi
che sembrano capaci di un amore di vita che mi faccia
tacere davanti al mio nemico. Non li posso trascurare
anche perché ne devo mettere in luce il magico inganno.
1) Eliminare il pericolo. È facile capire che l’odio del mio
nemico è una cosa pericolosa per me, non solo per il
male che mi fa al presente, ma per quello che potrebbe
organizzare in futuro. Il pericolo lo si vuole eliminare
alla svelta. Non c’è che tacere davanti al nemico; solo
così si mette fine alla sua azione di morte.
2) Fermare il nemico al primo male. Causa giudiziale.
Aderente a questo è il timore di avere guai peggiori; si
accetta il meno in silenzio, per scongiurare guai peggiori:
vedi il Vangelo: quando vai col tuo nemico mettiti
d’accordo. L’una cosa e l’altra me la suggerisce
l’amore per me.
3) Un terzo motivo me lo fornisce l’odio stesso. Col silenzio
orale posso mettere in totale isolamento il nemico.
Nemmeno la corrente elettrica ti può far male quando
l’hai messa in totale isolamento. Sicuramente il nemico
non avrà facilità di proseguire nella sua azione di
morte. È la soluzione comune e corrente: ‘Non gli parlo
più!’. Isolamento del nemico è dall’amore e dall’odio.
4) Da ultimo, un motivo affascinante per tacere; lo possiamo
mettere allo scoperto con questo esempio, fatto
incontrando una buona nonna per la strada. La incontro
mentre lei si reca dai nipotini. Prima del saluto, le passo
questa domanda: ‘Nonna, va dal Padre che muore?’.
Lei rimane esterrefatta. Io insisto per più volte. Lei
finalmente capisce che io alludo alla famiglia dei nipotini,
e mi dice: ‘Vado a dare una mano’. Io proseguo:
‘Ci vada in silenzio’. ‘Ah, allora io non dico niente,
perché non abbiano ad abbandonarmi, quando ammalata
avrò bisogno di loro’. L’interesse personale è capace
di farmi tradire. L’amore di odio può farmi tacere oralmente,
ma mai mentalmente; il silenzio orale è anche
un inganno. Mi fa morire, non vivere.

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