86

La fustigazione morale nella tradizione profeticale. Sono
vendicatore del bene che non è lodato; ma sono anche
fustigatore del male che corre.
La mia non è fustigazione fisica, ma morale. È nella tradizione
profetica. Gesù la eredita per averne odio micidiale.
Pure la Chiesa Figliale. Ma l’uomo cresciuto è riuscito
a far tacere i pubblici fustigatori. Anche me; ma lo
Pneuma mi fa cambiare l’oggetto: me, e non più i miei fratelli.
Mi rimane una coda pungente.

Il piacere del bene appariscente, attraente, disponente,
aderente, appropriante e glorificante, dà una copertura
magica (me lo fa sentire buono) a tutto il bene che sboccia
dalla mia prima assoluzione che ottengo togliendomi ogni
piacere di cosa o di persona. Non amandomi incomincio
ad amare, e amando incomincio a fare del bene agli altri.
Copertura magica che con una certa frequenza subisce
profondi e vistosi squarci. Questo avviene quando il mio
bene non consegue la mia glorificazione, anzi ne ottiene
disprezzo e condanna.
È quella la voce della verità che io mi inganno a non voler
ascoltare e a non voler considerare. È voce della verità
quella repulsa che ottiene dagli altri il mio bene egoisticizzato.
Non lo accolgo e non lo approvo; per questo io mi
faccio vendicatore di bene repellente (o respingente).
Ma c’è un altro squarcio che si fa in quella copertura
magica quando col mio bene egoisticizzato mi trovo
davanti al male corrente. È allora che io mi faccio fustigatore
crudele e spietato del male corrente. Fustigatore è la
persona che fustiga. Azione del fustigare: la fustigazione.
La fustigazione era una brutta punizione che si dava a
coloro che commettevano certi delitti. Immobilizzata la
persona in modo che il dorso rimanesse ben teso, glielo si
percuoteva con violenza, usando verghe unite a formare
un solido manipolo. I colpi prima producevano lividure,
poi rompevano la pelle stracciandola e facendo a brandelli
la carne che veniva irrorata di un effluvio di sangue. La
flagellazione era un press’a poco, però vi si impiegavano
strumenti più efficaci per punire la vittima.
È evidente che a fustigare il male corrente io non adopero
più né verghe né flagelli; dispongo di una mente, di una
lingua e di un odio raffinato: quello che mi esce fuori dal
mio bene egoisticizzato. Parliamo allora non di una fustigazione
fisica, ma morale.
1) La fustigazione del male corrente fece una attività inerente
alla missione di ogni profeta. Non trovate un solo
profeta nell’Antico Testamento che non abbia con forza
fustigato i mali correnti. I malvagi non sempre si convertivano,
però la coscienza del male la si teneva viva,
e soprattutto scatenava un odio così furibondo, da offrire
buona occasione per convalidare col sangue la
denuncia di quei mali.
2) Gesù pure si tiene sulla linea di quella tradizione profetica,
pur sapendo che le persone di Chiesa ebraica non
si sarebbero convertite affatto. Lo ha fatto con una
chiarezza e una forza di denuncia tale da dare svolgimento
pieno all’odio della sua Chiesa, per lasciarsi
investire nella sua ira e lasciarsi annientare.
3) Quella tradizione è passata nella Chiesa Figliale in un
modo così facile e forte da dar vita a una fustigazione
genitoriale, ecclesiale, e soprattutto sacerdotale. Era
bravo quel sacerdote che sapeva fustigare i mali correnti
con forza e con intelligente sarcasmo. Ci era facile e
ci era comodo, con una persona che si sentiva piccola,
mentre sentiva grande l’autorità, e la paura di una pubblica
fustigazione la rimetteva in riga, almeno esternamente.
Oggi la persona che si sente grande è riuscita a
far tacere i fustigatori del male corrente.
Anche io, ora, dallo Pneuma sono stato fatto fustigatore
del male corrente. Mi ha fatto specchiato; mi sono visto,
mi sono letto, e ora mi dico fustigandomi. Mi ha fatto
fustigatore del mio male corrente.

Nessun commento:

Posta un commento